CAPITOLO 2 – La crisalide diventò “la mia casa”.

Spero tu abbia letto il primo capitolo, diversamente questa lettura potrebbe apparirti difficile da comprendere.

Fatta questa piccola premessa, rieccomi qui pronta a continuare questo viaggio dentro me stessa. Non avrei mai pensato che prima di pubblicare il secondo capitolo avrei fatto passare ben 7 mesi, pensavo che dopo il primo passo tutto sarebbe stato in discesa ma, ancora una volta, avevo sottovalutato la potenza della PAURA.

Chi mi segue nel mio progetto mi ha invitata più volte in questi mesi a pubblicarlo ma io, tra una scusa e l’altra, ho sempre rimandato “a domani”. Ogni volta che rimando a domani, “domani” diventa “mai” e anche quando ho questa consapevolezza, in questa situazione scelgo sempre la strada più semplice: quella di non affrontare.

Cosa mi ha spinto a fare il passo? Ti sembrerà assurdo ma io ormai non ne resto più stupita. Sono stata spinta da un attuale momento difficile, perché è sempre nei momenti peggiori che riscopri quanto sei forte e quanta voglia hai realmente di vivere. Probabilmente senza questa toccata “al fondo” non avrei avuto questa spinta e probabilmente nella nostra vita accade davvero tutto per una ragione , “che fantastica storia è la vita!”

Come hai potuto leggere nel primo capitolo, nel 2016 è nata una nuova me e, anche se da quel giorno nulla è come prima, credo ancora, nonostante tutto, che abbia vissuto e stia vivendo “il percorso universitario” più importante della mia vita, alla fine del quale avrò la laurea più sudata e desiderata della mia vita: “LAUREATA IN SCIENZE DELLA LIBERTÀ DI ESSERE SÉ STESSI E DELL’INDIFFERENZA DEL GIUDIZIO ALTRUI” con specialistica in “REALIZZAZIONE DEI PROPRI SOGNI AD OGNI COSTO”.

Non sono più sola da quel giorno, l’ansia e il panico sono diventati in ordine prima i miei peggiori nemici ed oggi i miei migliori amici (anche se ci litigo spesso quando preferirei non averli). In TUTTO ciò che ho fatto sono stati con me, sono con me e probabilmente ci resteranno per sempre ma, restando in silenzio, a riposo, senza farli tornare a galla, come nella normalità, ma solo in momenti di reale pericolo, esattamente con il principio per il quale esistono.

Ad oggi non so se sia peggio iniziare a soffrire di attacchi di panico e di ansia cronica oppure entrare nel circolo dell’evitazione che ne consegue. Dopo il mio primo attacco di panico la mia vita è cambiata drasticamente per la paura che riaccadesse. L’attacco di panico in sé prima o poi finisce, l’ansia di averne un altro invece no, quella non ti lascia più ed è questa la ragione per la quale tutto non ha più improvvisamente lo stesso colore. La farfalla a cui mi paragono nel mio racconto non è più semplicemente chiusa dentro la crisalide, ma ci resta e si adatta, facendola diventare “casa”, convincendosi che restare all’interno la protegga da tutto pur ignorando il fatto che quella “prigione” le impedirà di spiccare in volo. 

Così, inconsapevole di quanto mi stessi costruendo una prigione con le mie stesse mani, pur di assecondare il mio continuo bisogno di tenere tutto sotto controllo, ho iniziato ad evitare tutto ciò che secondo me poteva mettermi in “pericolo”. 

Cosa intendo esattamente per pericolo? I pensieri ossessivi diventano “se mi succede quando sono sola?”, “se mi succede mentre sono con persone che non lo sanno?”, “se mi succede mentre guido?” ,”se mi succede mentre sono in viaggio?”, “se mi succede mentre lavoro?”, “se mi succede e perdo il controllo?” ,”se mi succede e divento pazza per sempre?”.

Fidati, confessarti questi pensieri per me è un grande sacrificio perché ribadisco che chi non prova non può lontanamente neanche immaginare il circolo vizioso in cui si entra e di cui diventi puramente “dipendente”. Esattamente come un drogato cerca la sua droga, io cercavo (e mi capita ancora di cercare) strategie che riempissero il mio a volte incontenibile bisogno di “sentirmi al sicuro”. Ho capito quante volte avevo giudicato chi si droga ingiustamente, questo non perché drogarsi sia cosa giusta, ma perché quando non sappiamo NULLA di cosa prova e vive una persona, di ciò con cui lotta e di ciò che vuole tenere “a freno” … non dovremmo giudicare MAI, ma fare semplicemente del nostro meglio donando solo e sempre rispetto e Amore, cosa che in qualsiasi situazione può fare del bene o nel peggiore dei casi potrebbe pur non essere percepito ma mai avrà il potere di ferire.

Avrei potuto essere più forte? No, non ci potevo riuscire e molto spesso non riesco ancora oggi. Per farti capire lontanamente la sensazione che si prova, immagina un bambino appena nato a cui si chiede di imparare subito a camminare. Puoi provare a metterlo in piedi ma cadrà, cadrà ripetutamente fino a quando non avrà capito come muoversi in questo nuovo mondo, in questa nuova vita.

Cosa ho fatto quindi? Ho iniziato ad evitare TUTTO.

Non mi spaventava l’idea di perdere la mia indipendenza personale? No, anzi! Più mi creavo strategie di sicurezza più mi sentivo “meglio” inconsapevole, ripeto, del tunnel in cui stavo entrando.

Ricordi le domande che mi ponevo? Bene, tutte avevano una risposta veloce e immediata:

-Non resto più da sola

-Non resto più da sola con persone che non lo sappiano (lo sapevano in 2-3 persone)

-Non guido più

-Non viaggio più

Creatomi questo scheda mi sentivo così “bene” e al “sicuro” da pensare che in questo modo avrei risolto tutti i miei problemi. Mi ripetevo che se pur mi riaccadesse ero al “sicuro” in compagnia di chi lo sapeva e che di conseguenza avrebbe potuto “salvarmi” e risparmiarmi la vergogna di un eventuale avvenimento in pubblico (ignara di quante volte li avrei dovuti affrontare e sopprimere).

Ti giuro, ragionavo esattamente così ed oggi, con un po’ più di lucidità rispetto a quei momenti, a ripensarci mi faccio da sola una gran tenerezza!

Chi lo sapeva?

Tasto dolente, perché d’ora in poi arriva la parte più difficile, quella in cui dovrò mettermi davvero a nudo, quella in cui probabilmente ferirò anche qualcuno molto vicino a me, qualcuno che forse avrebbe preferito saperlo dal principio ma a cui io non riuscivo a dirlo. Ho nascosto a persone fondamentali nella mia vita tutto questo per molto tempo e lo stanno scoprendo insieme a voi attraverso questo blog, perché la scrittura mi sembra il mezzo più facile per esternare qualcosa che a parole mi appare estremamente difficile, se non quasi impossibile. Ho nascosto tutto questo semplicemente per non ferire e non perché non avessi fiducia; non l’ho detto a chi ero certa mi volesse TROPPO bene per non dare loro il pensiero ed il “peso” di sapermi così distrutta da un mostro improvvisamente giunto nella mia vita, anche se in fondo, nel mio profondo, so che loro lo hanno sempre percepito semplicemente perché chi ti ama DAVVERO ti legge negli occhi anche se non parli.

Lo sapevano inizialmente le mie sorelle e quello che in quel momento era ancora il mio fidanzato. Una delle mie sorelle, però, non vive nella mia città, quindi qui con me fisicamente avevo 2 persone, con cui innescavo giornalmente tutti i miei meccanismi di evitazione: Mia sorella Brigida e Walter.

Stai pensando che siano stati complici del tunnel in cui mi stavo buttando? Assolutamente no. Stare vicino ad una persona che ami che ti supplica, ti prega e ti implora la tua vicinanza è un bivio tra una scelta quotidiana tra mente e cuore in cui, come in ogni forma di vero amore, il cuore vince sempre. Davanti ad una persona che ami che soffre terribilmente puoi fare solo una cosa: donarle AMORE.

Spesso mi chiedo come sarebbe andata se i primi due pilastri di questa incredibile storia non avessero avuto la pazienza, l’altruismo e l’amore che hanno avuto verso di me rispettando la mia situazione. Attenzione, non è stata una favola senza intoppi. La mia situazione ha messo a dura prova anche la mia relazione con il mio fidanzato perché, per quanto paziente ed amorevole, Walter molto spesso non riusciva, forse anche giustamente, a capire cosa stessi vivendo, ma questo “sminuire” una cosa che mi stava letteralmente uccidendo a volte mi ha fatto davvero male; gli sono e sarò comunque sempre grata per tutti i giorni spesi al mio fianco al buio, rinunciando alla sua vita per essere presente nella mia, al giorno d’oggi è un valore raro. Mia sorella nei primi due anni, i più terribili, è stata un angelo inviato dal cielo, ad ogni ora del giorno e della notte, pur avendo una bimba di soli 6 anni, si è improvvisamente trovata a doverne accudire due e, tra la due, quella di 26 anni ne aveva un bisogno costante e a volte devastante. Se mia sorella maggiore vivesse qui sono certa che avrei avuto lo stesso supporto e comprensione ma purtroppo la distanza ci ha rese distanti, ma pur sempre collegate dal filo invisibile ma infinito che lega tra di loro le sorelle.

Le sorelle non sostituiscono la mamma, so già che è ai miei genitori che state pensando e io già piango solo per aver scritto questa parola.

Mi esce fuori il cuore solo se parlo di loro e solo se immagino la mia vita su questa pianeta senza di loro. Ad oggi so che avrei potuto dirglielo subito e avrei avuto in cambio tutto l’amore che sia uno che l’altro in modi diversi sanno darmi e avrebbero saputo darmi. Credo che un genitore non dovrebbe mai veder soffrire il proprio figlio ed è stato questo il pensiero che mi ha imprigionata, unito alla paura di non essere capita, anche se oggi lo so… i genitori anche quando non capiscono una situazione alla fine hanno sempre e solo un obiettivo nella loro vita: VEDERTI SORRIDERE.

Mia madre ne ha vissute di ogni colore nella sua vita e il mio colore era troppo scuro per regalargliene ancora uno, non lo avrebbe fatto vedere ma ci avrebbe pensato giorno e notte. Mio padre, da sempre, mi fa sentire unica e speciale ed io nel mio piccolo non avrei voluto ingenuamente “deluderlo” facendogli sapere quanto in fondo fossi caduta.

La mia migliore amica era allo stesso tempo la madre di una mia allieva, successivamente diventata la sorellina minore che non ho mai avuto, ed io ero terrorizzata dal pensiero che esternare questo mio lato mi avrebbe fatta apparire un insegnante inaffidabile; solo successivamente, dopo averglielo detto, ho scoperto ancor di più quanto speciale fosse la sua presenza nella mia vita.

Ti racconterò quanto male “la gente” sia stata capace di farmi, soprattutto nell’ambito lavorativo, ti racconterò dove e come sono avvenuti i peggiori episodi di questi anni tra aerei mai presi ed esperienze mai vissute, ti racconterò come sono riuscita a fare passi microscopici piano piano in avanti per poi cadere e rialzarmi 1000 volte ancora, ti racconterò come la vita sa dare in cambio se hai il coraggio di fare il primo passo.

Infine, ma non per importanza, ti racconterò quanto le persone che ti circondano influiscano positivamente e negativamente sul tuo potenziale e sulla tua voglia di vivere.

Se mi avessero detto 4 anni fa che tutto sarebbe durato così tanto non avrei probabilmente avuto il coraggio di vivere con una scadenza così “lunga”, ma ieri una persona speciale e parte integrante di questo mio cammino mi ha detto, come sempre, qualcosa di magico:

DURERÀ PER SEMPRE SE NON AVRAI IL CORAGGIO DI ESSERE E FARE CIÒ CHE VUOI.

E da qui, ancora una volta riparto. Dalla voglia di distruggere la crisalide intorno a me senza stare con un’ala dentro e un’ala fuori, perché io lo sento e non voglio più vergognarmene: SONO NATA PER VOLARE!